lunedì 24 marzo 2008

Cliccando dal vivo: gita di famiglia a Pasquetta... nel cuore della sede Google!


Gita fuoriporta di Pasquetta davvero insolita.
Roberto deve intervistare Marco Marinucci, un giovane ingegnere elettronico, uno dei pochissimi italiani dell'immensa Google's family. E Marco per l'occasione ci ha gentilmente invitati tutti per un pranzo di Pasquetta (qui e' giorno feriale) nella mensa della strepitosa sede Google di Mountain View,  very close to Palo Alto. 
Entrare nella sede di GOOGLE per me è stato veramente eccitante, come esplorare fisicamente un hard disk. 
E' stato come arrivare vicino alla gallina dalle uova d'oro e scoprire che la gallina è un agglomerato cosmopolita di cervelli multicolor indipendenti ma coesi, un "organismo pluricellulare" efficiente in tutti i suoi organi fino alla più piccola cellula.
La societa' più avanzata nella comunicazione, che ha regalato all'umanità il più potente mezzo per divulgare sapere, era là davanti a me con i suoi palazzi, con le sue sale accoglienti e tecnologiche, con gli spazi per il relax, la ginnastica e la "piscina roulant" (acqua corrente, si nuota in una piccola vasca), con le sue sale conferenze mobili, con la sua mensa multietnica, con l'asilo interno, con tutto quello che serve per farti sentire comodo e a tuo agio al lavoro.

Qui il resto del post
Ma ancora, con la sua umanità fatta di menti giovani e fresche ( non ho visto un solo capello bianco), orgogliose di far parte di un progetto così ambizioso: lavorare per dare all'umanità assetata di sapere 
sempre qualcosa in più. 
Ecco quindi intere aree dedicate allo sviluppo di nuovi progetti,  che possono anche non decollare come quello, non ancora uscito, che informa in tempo reale di quanta ricerca viene fatta nel mondo. L'abbiamo visto su uno schermo. Nel giorno di Pasquetta, in Italia quasi solo da Milano partivano i raggi di luce simbolo di attività cerebrale in Rete ... L'America invece sprizzava luce da tutti i pori se così si può dire.
La sensazione generale è stata quella di volere altre vite per ricominciare. 
E di guardare a quelle dei miei figli e dei miei allievi con un pizzico di bonaria invidia, per il mondo là fuori che li aspetta.

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